La Volanda - Libera Associazione volta a valorizzare le nostre diverse abilità
   
 

 

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  l'angolo delle riflessioni

dott. MARIO STRAUDI

ELEMENTI DI ETICA

(Estratto da una lezione per OPERATORE SOCIO-SANITARIO sul tema della PERSONA DIVERSAMENTE ABILE)

1- EVOLUZIONE STORICO-CULTURALE DELL'HANDICAP

Per comprendere adeguatamente quale deve essere l'atteggiamento e il comportamento etico dell'Operatore S.S. al giorno d'oggi, è opportuno premettere un breve excursus storico del problema della PERSONA DIVERSAMENTE ABILE Denominata per il passato cominciando dagli inizi del sec. XX(1900):
PERSONA MINORATA, SUBNORMALE, ANORMALE: denominazione che evidenzia la inferiorità-diversità strutturale rispetto agli altri;
PERSONA PORTATORE DI HANDICAP: sottolineando come l'handicap sia un peso in più nella vita di tutti i giorni;
PERSONA IN SITUAZIONE DI HANDICAP, per indicare la condizione complessiva un cui si trova l'handicappato da un punto di vista fìsico, intellettivo, relazionale e sociale;
PERSONA HANDICAPPATA che la qualifica in generale come tale, cioè tutta handicappata-minorata-subnormale;
finalmente oggi, dopo anni di crescita culturale e sociale parliamo di PERSONA DIVERSAMENTE ABILE per sottolineare che, pur in presenza di reali disfunzioni fisico-motorie (spasticità, distrofia, sclerosi multipla, cerebropatia, ecc.) o sensoriali (sordita, cecità) o psichiche (insufficienza mentale, autismo, psicosi) dispone di abilità diverse, a livello affettivo-relazionale o anche psico-fisico sia pure in forma ridotta che possono essere valorizzate, incentivate con opportuni provvedimenti socio-educativi che garantiscono una normale di vita(lavoro,socialità, famiglia).
A tale evoluzione culturale del termine handicap, è corrisposto una EVOLUZIONE SOCIALE DI INTERVENTI:
1) DALLA SEGREGAZIONE E STERMINIO DI HANDICAPPATI NEI LAGER NAZISTI
2) AL LORO ISOLAMENTO NEGLI ISTITUTI E MANICOMI NEL DOPO II GUERRA MONDIALE
3) ALL COSTITUZIONE DI CLASSI SPECIALI E DIFFERENZIALI DI HANDICAPPATI NELLE SCUOLE ELEMENTARI anni 50-60-70
4) AL LORO INSERIMENTO NELLE CLASSI NORMALI DI SCUOLA, CON LA FIGURA DELL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO, NELLE CASE DI RIPOSO O STRUTTURE RIABILITATIVE APERTE SE ADULTI CON ASSISTENZA DOMICILIARE, a partire dal 1978 con la riforma sanitaria (Legge 517/77; Legge 833/78; Legge 406/) e TUTELA SOCIALE (pensione di invalidità,assegno di accompagnamento,inserimento lavorativo).

2- I DIRITTI DELLE PERSONE DIVERSAMENTE ABILI

II 9 dicembre 1975 L'Assemblea Generale dell'ONU ha definito in una DICHIARAZIONE I DIRITTI DEI PORTATORI DI HANDICAP:
a) DIRITTO a fruire degli STESSI DIRITTI degli altri esseri umani
b) alle CURE MEDICHE, all'ISTRUZIONE, alla FORMAZIONE professionale

ETICA DELLA DIVERSITA'

basata sul riconoscimento che la NORMALITÀ E’ UNA ASTRAZIONE STATISTICA CHE NON PUÒ NON COMPRENDERE LE DEVIAZIONI DALLA MEDIA!
Una persona non ha né merito né colpa della sua situazione normale o anormale.
Pertanto la SOCIETÀ deve rivolgere ai suoi membri più sfortunati particolari attenzioni e cure... al fine di POTENZIARE LE CARATTERISTICHE INDIVIDUALI E LE DIVERSE ABILITA' ...e Favorirne L'OTTIMALE INSERIMENTO SOCIALE.

3- FINALITÀ' DELL'ETICA DELLA DIVERSITA'

Se il "diversamente abile" possiede quindi una sua normalità nella diversità nei confronti degli altri, quali saranno GLI OBIETTIVI per VALORIZZARE E SVILUPPARE LA DIVERSITÀ DEL PORTATORE DI HANDICAP E RENDERLA NORMALE IN UN CONTESTO SOCIALE APERTO E COMPLESSO COME IL NOSTRO?
Cioè: A CHE COSA VA ORIENTATO IL CORRETTO COMPORTAMENTO MORALE nell’agire quotidiano e professionale (x gli addetti)?

Io credo che dovremo:
a) SVILUPPARE LE POTENZIALITÀ PRESENTI PER OTTENERE LA MASSIMA AUTONOMIA POSSIBILE
b) CONTRIBUIRE ALLA NORMALIZZAZIONE DELLE CARENZE
c) RIDUZIONE DELLE CONSEGUENZE DEI DEFICIT
d) COMPENSAZIONE DELLE MINORAZIONI
e) favorire l’INTEGRAZIONE IN FAMIGLIA, SCUOLA, SOCIETA'

mobilitando le energie sensoriali, fisiche inattive o inadeguatamente funzionali per conseguire una SUA NORMALITÀ' ciascuno si autorealizza secondo le proprie potenzialità. Allora in questo senso OGNUNO E' NORMALE ponendosi traguardi possibili e autonomamente fissati dal proprio Sé, in un'ottica in cui non si parte dalla norma per adattarvi il disabile, ma dal disabile per dargli le massime possibilità di esprimersi e di vivere.

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