La Volanda - Libera Associazione volta a valorizzare le nostre diverse abilità
   
 

 

navigazione:
_home page_
notizie in breve
chi siamo
dove siamo
attivitą e prossimi programmi
raccolta normativa
l'angolo delle riflessioni
rassegna stampa
dal web
in Tv
eventi
domande frequenti
link


L.A. VOL.A.N.D.A.
C.F. 91006970296
n° re. Reg. PS/RO23


indirizzo:
Badia Polesine
Via Cigno, 113


contatti:
tel. 347 2794570
tel. 324 7966903
fax: 0425 51282


info@lavolanda.org
lavolanda@gmail.com

  l'angolo delle riflessioni

"(riflessione davanti a Gesù)":
di: Don Torfino
13/06/2005

Gesù.
Commuove sempre una morte come la tua, ingiusta e giovane.
Eppure… la tua morte non è del tutto una perfezione. Ti ha impedito di soffrire un insulto, oggi tanto comune: la vecchiaia.
Tu, Gesù, non hai saputo cosa sia sentire ad ogni stagione i muscoli, le ossa, le membra indebolirsi: Le scale diventano una fatica. Gli occhi indeboliti cercano la luce, la posizione più illuminata. Le mani perdono la loro abilità. Il lavoro chiede spesso il riposo, ma non è mai sufficiente il tempo da concedere alle membra.
Tu, Gesù, non hai provato il lento affievolirsi del tuo corpo. Sei stato solo giovane. La morte ti ha colto quando avevi la pienezza delle tue energie.
Gesù, mi vedo rispecchiato negli anziani che vado a trovare appena posso.
Qualcuno non parla e guarda solo con occhi spalancati. Qualcuno non cammina più; è sempre in carrozzella o a letto.
Qualcuno non può portare il cucchiaio alla bocca; deve essere aiutato.
Sarò anch’io così. Lo sarò presto.
Questo pensiero, senza alcun sentimento ossessivo, mi ritorna di frequente.
Così scivolo, inconsapevolmente, ad un altro pensiero. Mi sento sempre più vicino a te, fratello, che hai sofferto fin dalla nascita qualche disabilità.
Ora capisco meglio che non ti sono superiore, fratello che sempre hai camminato con difficoltà.
Le mie mani hanno sempre minore destrezza e abilità. Proprio come le tue, fratello che hai dovuto con tanta fatica educare le tue dita ad un lavoro, frequentando scuole o corsi per disabili.
Non c’è più differenza.
Non c’è più la superiorità che istintivamente e tacitamente stabilivo tra me, sano e forte, e te, che passavi per la strada camminando a fatica, o avevi bisogno di qualche secondo in più per portare a termine un’azione.
Non c’è più la preminenza che non ostentavo ma che, in segreto, affermavo tra me sicuro camminatore di erti sentieri di montagna e te che hai sempre avuto bisogno di chi ti sorreggesse e ti conducesse con una carrozzella.
La mia tacita superbia sta smontando.
Tu, Gesù, non le hai provate queste situazioni…ma hai visto, con i tuoi occhi attenti tutte queste realtà.
Mi ricordo quando eri a Gerico. Il cieco, venuto a conoscere che passavi di là, gridava chiamandoti.
Molti lo sgridavano per farlo tacere. Anche noi a volte facciamo di tutto per nascondere l’anziano o il disabile. Quella volta a Gerico, Bartimeo gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Tu, Gesù, ti sei fermato e hai detto: «Chiamatelo!».
Continua l’evangelista: Chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù (Mc 10,46 ss).
Ora, Gesù, ascoltami.
Anche oggi c’è un cieco, che dico?, migliaia di ciechi, storpi, zoppi, tutta una teoria di umane infermità. Tu le vorresti guarire, lo so.
Ti supplico guarda invece “i sani”, che pensano di essere i “normali”; guarisci prima la loro, la nostra presunzione; smonta le nostre sicurezze e le nostre convinzioni, perché ci accorgiamo che non siamo su un altro sentiero nella vita. Fa’ il miracolo: Che ci convinciamo di essere sulla stessa strada dove camminano tutti gli uomini; fa’ capire a tutti che la differenza sta solo in questo: “i normali” camminano in ritardo sulla tabella di marcia. Arriveranno anche loro dove ora c’è chi non ha le loro abilità. Arriveranno tutti, proprio tutti allo stesso punto.

don Torfino

Ritorna all'angolo delle riflessioni