La Volanda - Libera Associazione volta a valorizzare le nostre diverse abilità
   
 

 

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  l'angolo delle riflessioni

"Diversi ma uguali" o "Uguali ma diversi"
2^ parte:
di: Mariano Brasioli
05/06/2005

Ricorderete come nel nostro primo appuntamento (gennaio 2005) ci fossimo domandati:

“La nascita di una nuova Associazione (un’altra?? Perché?).”
”E’ un'occasione per interrogarsi”


Orbene, questi intensi, fecondi mesi di vita, sembrano confortarci nella bontà della scelta assunta: sono n.69 ad oggi le regolari adesioni (leggi tessere) in rappresentanza di n.62 nuclei familiari (n.38 i ragazzi associati), molte di più le attestazioni di stima ed incoraggiamento ricevute; il nostro “giovane” sito è visitato da 6 persone al giorno (media discreta considerando gli argomenti trattati) con un trend in aumento.
Quanto all’attività svolta, ben 9(nove) sono le “borse lavoro” felicemente avviate in Enti di diritto pubblico e presso Aziende del settore privato, una delle quali con possibilità d’inserimento lavorativo ai sensi della L.68/99 (e non è poco!). In autunno iscriveremo quattro nostri giovani agli appositi corsi tenuti dall’ASCOM per ottenere l’idoneità alla manipolazione di cibi e bevande (propedeutica all’inserimento in attività commerciali di settore, penso ai bar, agli agriturismo ecc.). Dopo la felice esperienza di marketing e raccolta fondi con i “TANTO PAR RIDARE” (oltre 400 presenti v. pagina “rassegna stampa”), stiamo lavorando ad una “festa delle Associazioni”, che dovrebbe rappresentare un momento utile a favorire il dialogo e la cooperazione fra le tante qualificate realtà del terzo settore presenti nel territorio. Inoltre, vorremmo organizzare (in collaborazione con altre Associazioni) dei fine settimana autogestiti (dove i nostri ragazzi potessero sperimentare l’autonomia in situazioni protette) o più semplicemente dei week-end con momenti di socializzazione (come gite “fuori porta”, pomeriggi in discoteca, partecipazione a spettacoli e così via).

Non basta.

Sta emergendo un’altra esigenza, cogente: quella di tutela, riconducibile al concetto di "advocacy", (traducibile con "tutela dei diritti delle fasce deboli di popolazione").
L’Associazione, chiaramente, non si sostituisce all’interessato, ma lo affianca "ad adiuvandum".
La L.n. 383/00, d’altra parte, autorizza il ruolo delle associazioni di promozione sociale, (come la nostra) nella loro funzione di advocacy. Infatti l’art 26 riconosce alle associazioni che hanno come scopo " di svolgere attività di utilità sociale a favore degli associati e di terzi" ( art 2 ) il potere di accesso agli atti amministrativi di cui all’art 22 L.n. 241/90; l’interesse che le legittima all’accesso è costituito dalle "stesse finalità statutarie". Ancora più interessante l’art 27 comma 1, secondo il quale tali associazioni hanno il potere di promuovere azioni giurisdizionali o intervenire in giudizi promossi da terzi "a tutela dell’interesse dell’associazione" (lett.a).
Ormai l’interesse dell’associazione è quello dello scopo per cui si è costituita: “promuovere una cultura che metta in primo piano la dignità della persona valorizzandone la diversità, nella consapevolezza che questo possa creare un mondo più abitabile per tutti” senza le limitazioni imposte dai “normodotati gravi”! (“quelli, per intenderci, sicuri delle proprie abilità che non riconoscono quelle altrui se non riflettono le proprie” o, peggio, quelli per i quali “il problema personale o sociale diventa un business”).

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