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Operato alla mano. Ma era quella sbagliata.
il Gazzettino 24 Gennaio 2007
Rovigo

Il ragazzo soffriva della sindrome di Stener al pollice sinistro. Quando si è svegliato la mamma si è accorta che il chirurgo era invece intervenuto sul destro.

L’intervento alla Casa di cura di Porto Viro. Il medico si sarebbe giustificato dicendo che comunque la lesione era bilaterale.



Entrato in ospedale per un intervento chirurgico alla mano sinistra, è uscito dalla sala operatoria senza sapere che in realtà sotto i ferri, per una svista del medico o della sua equipe, era finita invece quella destra.

L'intervento sembrava anche riuscito e il paziente, un ragazzo di 17 anni affetto da un grave handicap psichico, pareva riprendersi bene dall'anestesia totale a cui era stato sottoposto.

Peccato, però, che il medico avesse operato la mano sana. Ad accorgersi dell'errore, qualche minuto dopo che il figlio è ritornato nella sua camera, è stata la madre di Andrea B., residente a Rovigo, notando che la fasciatura ricopriva stranamente l'arto destro anziché quello sinistro che invece era esattamente uguale a prima.

È incredibile la storia accaduta all'interno della Casa di Cura "Madonna della Salute" di Porto Viro nei confronti della quale la famiglia del diciassettenne, assistita dagli avvocati Ezio Conchi e Antonella Raimondi, ha avviato un'azione risarcitoria dei danni subiti, senza escludere la possibilità di presentare anche una denuncia penale.

Andrea soffriva di una lesione di Stener inveterata al pollice sinistro, in pratica un problema al legamento, dovuto ad una caduta, che non gli permetteva di muovere bene quel dito. Dopo un anno di attesa al Policlinico di Rovigo, i suoi genitori erano riusciti ad ottenere un appuntamento per l'intervento fissato nella struttura di Porto Viro per il 7 dicembre 2006 con il dottor Ruggero Testoni.

«Prima del ricovero nel reparto di Ortopedia e Traumatologia - spiega il padre Alessio - mio figlio ha effettuato una visita dal dottor Testoni e il 6 dicembre è stato visto dall'anestesista. Sempre, in tutte le occasioni, si è parlato della mano sinistra e mai di quella destra». Della mano sinistra si parla anche nel foglio rilasciato al momento dell'accettazione. Allora cos'è successo dopo? «La madre di Andrea - ha detto l'avvocato Conchi - aveva chiesto di poter entrare con il figlio in sala operato ria prima della sedazione, ma non glielo hanno permesso. Quando si è accorta dell'errore e lo ha fatto presente al medico, questi è rimasto sorpreso, spiegando che gli avevano detto che bisognava operare la destra e che, comunque, aveva chiesto allo stesso Andrea quale mano gli facesse male». Una spiegazione che ha mandato su tutte le furie la famiglia rodigina che si è sentita evidentemente presa in giro. «A quel punto - ha continuato il legale - hanno chiesto con insistenza alla signora se volesse far tornare Andrea di nuovo in sala operato ria per effettuare l'intervento anche all'altra mano , quella realmente malata e lei, preoccupata per il ragazzo, ha acconsentito».

Ma la vera beffa è arrivata il giorno dopo. «Il medico inizialmente - ha spiegato ancora infatti Alessio B. - si è scusato ammettendo lo sbaglio e addebitando la responsabilità all'organizzazione dell'ospedale. Ma quando abbiamo chiesto di poter aver la cartella clinica di nostro figlio, abbiamo scoperto che era stato dimesso con la diagnosi di lesione di Stener bilaterale. Insomma, per giustificarsi, ci volevano fare credere che anche la mano destra aveva bisogno di essere operata. Ma quella era sanissima e ora non lo è più. Ci è caduto il mondo addosso, non sapevamo più cosa fare. Nessuno li ha autorizzati ad operare la mano sana, nessuno ci ha chiesto il consenso e Andrea è anche minorenne. Sono cose che ci lasciano a bocca aperta ed è per questo che crediamo opportuno che l'opinione pubblica lo sappia. Nostro figlio, per la patologia psichica che ha, è praticamente indifeso, lui si affida agli altri e si fida degli altri. Ci hanno preso in giro tutti».

La famiglia del diciassettenne ha incaricato un medico legale di effettuare un accertamento del grado di invalidità generato alla mano destra da questa "svista" sia a livello estetico sia a livello di assetto muscolare. «Ai miei clienti - ha affermato Conchi - sarebbe bastato sentirsi chiedere scusa e invece il comportamento che hanno dovuto subire è stato inaccettabile». Interpellata, la Casa di cura ha deciso di non rilasciare dichiarazioni.
di Roberta Benedetto

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